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La conclusione della trilogia del proletariato di Kaurismaki è la fine di un percorso di discesa agli inferi della società finlandese. La solitudine è assoluta, la famiglia si comporta come un organisma parassitario dei suoi stessi figli, l'aridità di sentimenti e il classismo. Inoltre manca quel minimo di solidarietà fra le persone, unica possibilità di fuga, presente nelle precedenti pellicole. Lo sguardo di Kaurismaki è glaciale, non lascia spazio all'ironia o alla speranza, solo all'alienazione. E' il più cupo dei tre film.